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Mille piante

di Mile Kolev – C.so Unità d’Italia 65 – Piana Biglini Alba (Cn)

Piante Acidofile

Mille Piante

di Mile Kolev – C.so Unità d’Italia 65 – Piana Biglini Alba (Cn)

Piante Acidofile

Piante acidofile

Classifichiamo, in questa categoria, le Piante acidofile che, per ottenere una buona vegetazione e una bella fioritura, hanno bisogno di terreni freschi e acidi, privi di calcare.

L’apparato radicale di queste piante è poco profondo, pertanto uno spessore da 50 a 60 cm di terra acida è generalmente sufficiente. La loro incomparabile fioritura, che offre una gamma molto vasta di colori intensi, premierà ampiamente delle precauzioni prese per piantarle e mantenerle.

La maggior parte delle specie di Piante acidofile sono coltivate in contenitori. Ottimi risultati si ottengono in vasi e grandi fioriere, su terrazzi, balconi, patio, ecc.

Se coltivate in vaso bisogna rinvasare almeno ogni due anni, in un contenitore di dimensione superiore.

 

 

Andromeda
Calluna
Daboecia (Erica irlandese)
Erica
Camellia (Camelia)
Kalmia
Pernettya
Pieris (Andromeda)
Rhododendron (Rododendro)
Skimmia

 

 

Andromeda

Andromeda, genere di 2 specie di arbusti sempreverdi, di taglia ridotta, con foglie piccole e strette e fiori minuscoli, riuniti in ombrelle terminali. Sono piante rustiche, adatte per le bordure arbustive e per il giardino roccioso.
Crescono bene a mezz’ombra, in terreno torboso, umido, privo di calcare. Si piantano in autunno o all’inizio della primavera.
Andromeda glaucophylla:
pianta originaria dell’America settentrionale, alta 30-40 cm e del diametro di 0,5-1 m. Si tratta di un arbusto sempreverde, nano, con foglie lineari-lanceolate, bianche sulla pagina inferiore e pelose. I rametti giovani sono di color glauco. I fiori, riuniti in ombrelle terminali, sbocciano in giugno.
Andromeda polifolia: pianta originaria dell’Europa, Italia e Asia, alta 30-40 cm  e del diametro di 0,5-1 m. Si tratta di un arbusto nano sempreverde, con foglie lineari-lanceolate verde scuro e lucide sulla pagina superiore, glauche su quella inferiore. I fiori, rosa, penduli, portati da lunghi peduncoli, sono riuniti in ombrelle e sbocciano in giugno.
Riproduzione: in agosto si prelevano talee legnose lunghe 8-10 cm e si mettono a radicare in sabbia, in letto caldo. Nella primavera successiva, le talee radicate si trapiantano in vasi da 8 cm, riempiti con un miscuglio di sabbia, torba, terriccio di foglie e terriccio da giardino non calcareo in parti uguali. In autunno si trasferiscono in vivaio e potranno essere messe a dimora 1-2 anni più tardi.
Si possono anche moltiplicare per seme, su sfagno tritato, in autunno o ad inizio primavera, in letto freddo. Appena possibile, si ripicchettano le piantine in terrine riempite con il miscuglio descritto in precedenza e, in autunno, si interrano in vivaio, dove resteranno per altri 2 anni prima di poter essere messe a dimora.

Fioritura:giugno

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Calluna

La Calluna vulgaris, chiamata anche brugo, è una pianta erbacea arbustiva sempreverde, alta e larga 40 cm, a crescita lenta; foglie aghiformi, verde intenso; fiori piccoli, numerosissimi, bianchi, rosa, rossi, in agosto-novembre. Sono le tipiche piante che inaugurano al meglio la stagione autunnale e si prestano perfettamente alla creazione di vasi e ciotole con altre piante stagionali.
La pianta è diffusa in Europa, anche in Italia; nelle zone collinari fiorisce in autunno. È una tipica componente della brughiera, ambiente vegetale tipico nei terreni con pH acido.
Coltivazione
Rimane bella a lungo e in zone con estate fresca può rifiorire l’anno dopo, anche se in genere viene trattata come pianta stagionale. Dopo l’acquisto è importante rinvasare al più presto in un vaso, oppure in cassette e ciotole, anche con altre piante. Utilizzare un terriccio per piante acidofile (per azalee), indispensabile per le sue esigenze vitali. Non usare mai del terriccio proveniente da altre coltivazioni. Un contenitore profondo aiuta a conservare umidità alle radici. Vive bene anche in ciotole larghe e profonde.
Cura
bastano poche attenzioni: innaffiare quando il terriccio si asciuga e concimare ogni 10-12 giorni. Chiede pochissime attenzioni: la durata della pianta è legata più alle condizioni ambientali che alle necessità di manutenzione. La calluna ha poche esigenze di manutenzione ed è sufficiente tagliare alla base eventuali steli completamente essiccati, che comunque mantengono un aspetto decorativo per lungo tempo. La potatura non è necessaria: sufficiente una pulizia delle piante a fine inverno, se sono ancora vitali. Richiede annaffiature moderate, al solo scopo di inumidire il terriccio che non deve mai essere del tutto asciutto. L’acqua deve essere a temperatura ambiente (mai troppo fredda). Svuotate il sottovaso dall’acqua non assorbita dopo 15 minuti.
L’acqua deve essere piovana o comunque priva di calcare: quella della rete idrica va lasciata per una notte nell’innaffiatoio.
La calluna ha un fabbisogno nutritivo moderato; va concimata ogni 10-12 giorni in autunno, dirandando poi fino a sospendere in inverno. Mai eccedere con la dose di concime: meglio poco che troppo. Prima di concimare è bene inumidire il terriccio.
Pianta molto decorativa in autunno,ideale anche in balcone e in gruppi misti con altre piante. Le varietà di calluna hanno sfumature dal bianco, al rosa fino al porpora; esistono anche tonalità sul bronzo e color crema. I colori accesi, il giallo e il blu sono frutto di una colorazione artificiale. Le piante sono di piccola dimensione, in genere non più alte fino a 40 cm e larghe altrettanto, ideali per vasi, ciotole e cassette. La forma e i colori della calluna sono perfettamente in linea con uno stile country che ben si adatta a sottolineare le atmosfere di fine estate e autunno.
Ambiente
Richiede un livello di luminosità elevato, sole in autunno e inverno. Le piante acquistate in settembre vanno tenute un ombra finché fa ancora caldo. Richiede temperature fresche, sotto i 18-20 °C, e non teme il gelo. In casa ha vita breve; il suo ambiente ideale è in balcone o in giardino al riparo dal vento che asciuga il terriccio troppo rapidamente.
Abbinamenti
La calluna è un ingrediente ideale per le composizioni in vaso. Abbinatela ad altre piante stagionali autunnali come aster, cavoli, abelia, piccole conifere, viole del pensiero e ciclamini.
Problemi e rimedi
I fiori tendono a seccare: aridità del terreno e troppo calore o esposizione eccessiva al sole. Spostare in ombra e creare maggiore umidità.
In primavera la pianta ha rametti verdi che nascono da steli apparentemente secchi: fenomeno normale sulle piante che hanno superato l’inverno. Ripulite la chioma e spostate l’esemplare in posizione ombreggiata e luminosa, concimate e non fate mancare umidità atmosferica con spruzzature frequenti; innaffiate con acqua piovana se possibile.
Curiosità:
Il nome Calluna è derivato dal termine greco Kallos (bello, bellezza). Negli USA è utilizzato anche come nome proprio (Callunah).
Nel solo Regno Unito sono presenti oltre 400 cultivar (varietà orticole) della calluna. In natura ha un ruolo importante anche per sfamare mammiferi quali cervi, daini, pecore e capre nella stagione fredda.
Nel linguaggio dei fiori esprime il desiderio di proteggere; in Scozia è considerata un amuleto portafortuna.

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Daboecia (Erica irlandese)

Descrizione:

Daboecia Cantabrica è una pianta a fogliame persistente verde scuro coriaceo.

Raggiunge un’altezza di 0,40 m. mentre il diametro è di 0,60 m.

Abbondante fioritura a grappoli di fiori campanulati, nei colori bianco (‘Alba’), rosa (‘Rosea’), o rosso (‘Purpurea’) secondo le cultivars, da Giugno a Ottobre.
Origine: Europa occidentale
Portamento: arbusto nano crescita lenta
Foglie: lanceolate o ovali verde cupo, argentate sotto
Fiori: rosa-porpora in lunghi racemi, anche bianco e rosso
Epoca di fioritura: Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre, Novembre
Terreno: acido
Clima: temperato
Temperatura Minima: -15/-10 °C

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Erica

Si tratta di arbusti nani, cespugliosi, per lo più rustici e sempreverdi adatti sia per interni che per esterni , sono caratterizzati da foglie strette, lineari o aghiformi, e da una fioritura duratura che sfoggia fiori solitari.

In Italia è facile trovarla nei giardini, come pianta ornamentale, oppure come pianta spontanea nelle zone boschive, collinari o montane e nella macchia mediterranea.
Caratteristiche generali

L’erica è una pianta perenne arbustiva. La Maggior parte delle specie sono originarie nel sud Africa, ma ce ne sono alcune spontanee in altre zone dell’Africa e nel Mediterraneo (specie sugli appennini e sulle Alpi). In Italia se ne contano almeno 8 spontanee.
Classificazione botanica

Stiamo parlando del genere Erica della famiglia Ericaceae

Principali specie

A questo genere appartengono oltre 600 specie in natura. Tra quelle più comuni coltivate in vaso ed in giardino sono:

Erica gracilis

E’ una specie con tante varietà. La sua altezza non supera i 45 cm, i tanti fusti sono ricoperti da tantissime piccole foglie aghiformi verde Sui rami si formano piccoli fiori rosati-rosso.

Erica carnea

Si tratta di una specie spontanea piuttosto diffusa nelle Alpi e negli Appennini. Ha portamento arbustivo, è una pianta tappezzante e sempreverde, la sua altezza non supera il metro, la sua fioritura, che avviene a partire dal mese di febbraio e dura fino all’inizio dell’estate, regala fiori rosa scuro riuniti in grappoli con corolla.

Essendo una pianta piuttosto rustica viene utilizzata per rinaturalizzare posti degradati. Dal suo polline viene prodotto un miele pregiato.

Erica arborea

Si tratta di una specie arbustiva, un vero e proprio albero la cui altezza può raggiungere i cinque/sei metri. Ha foglie aghiformi verde molto intenso.

Regala fiori profumati, penduli (più raramente eretti) che sbocciano durante il periodo primaverile.

Il legno di Erica arborea viene utilizzato per produrre pipe.
Endemica in Puglia, ma diffusa anche laddove vi è macchia mediterranea.

Erica multiflora

Si tratta di una specie spontanea he cresce nei boschi del centro e sud Italia e in tutta l’area del Mediterraneo. La sua altezza arriva fino ad un metro e mezzo di altezza. Si tratta di una pianta sempreverde con le foglie tipiche del genere e fiori di colore rosa-violetto.

Erica Sicula

Endemica della Sicilia, ma si trova anche in altri parti nella macchia mediterranea.

Erica cinerea

Si tratta di una pianta arbustiva, sempreverde, particolarmente rustica, la cui altezza non supera i 60 cm. A metà estate produce fiori campanulati violetto.

Erica scoparia

Il nome deriva dal fatto che una volta veniva usata per fare le scope o per ricoprire tetti. Cresce spontanea nella macchia mediterranea ma si può trovare anche nei boschi. La sua altezza raggiunge il metro e mezzo con fiori rosa che fioriscono in primavera.

Si tratta di una pianta particolarmente rustica. E’ facilmente infiammabile ma è anche fra le prime specie che ricolonizzano i terreni arsi dagli incendi.

Erica melanthera

L’Erica melanthera produce fiori di colore rosa e stami neri.

Consigli per la coltivazione dell’Erica

L’ Erica non richiede particolari cure data la sua rusticità. La location ideale è un ambiente arieggiato e fresco, meglio quindi durante l’estate trovare una posizione all’ombra.

Ama la luce ma non quella diretta del sole.

Non tollera assolutamente il calcare.
Terreno

Il rinvaso avviene durante la primavera ma va fatto solo nel caso in cui ci sia sufficiente spazio per le radici.

L’erica preferisce un terreno acido (è una pianta che non tollera il calcare), ad esempio composto da terra di foglie e ben drenato.

Potete usare terreno per piante acidofile normalmente disponibile in commercio.
Annaffiatura

E’ opportuno che le annaffiature siano regolari e moderate. Il terreno va mantenuto umido e occorre avere l’accortezza di non usare acqua calcarea (meglio usare acqua piovana o demineralizzata).

E’ bene usare un sottovaso con acqua e ghiaia per mantenere la giusta umidità intorno alla pianta.

Ama anche le nebulizzazioni per mantenere l’umidità.

Concimazione

Durante primavera- estate questa pianta va concimata ogni 15 giorni aggiungendo all’acqua di irrigazione

un concime con azoto (N), fosforo (P), potassio (K) magnesio (Mg), il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B), il molibdeno (Mo).
Temperatura e Luce

Le eriche normalmente in commercio sono in gran parte piante di origine Europea e collinare o montana e si coltivano all’aperto, in luogo ben luminoso.

Non temono il freddo, ma temono invece il caldo estivo.

Mettile a dimora in piena terra o in vaso, in una posizione ben luminosa, tanto più ombreggiata quanto più viviamo in un luogo caldo, e, viceversa, tanto più soleggiata quanto più viviamo in un luogo freddo,
Se vivi in zone calde tipiche del sud Italia, meglio disporle in un luogo ben ombreggiato e fresco, con una buona ventilazione

Se vivi in montagna e nel nord Italia meglio posizionarle in luogo soleggiato che magari possa avere una ombreggiatura solo durante le ore più calde della giornata.
Fioritura

La temperatura per avere fioriture durature è compresa tra i 7°C ed i 15°C.

I fiori variano dal bianco al rosso carminio, passando dal porpora, al rosa.

La fioritura è differente a seconda della specie e copre buona parte dell’anno solare
Potatura

Annualmente è opportuno potare la pianta dopo la fioritura per accorciare i rami e per eliminare i fiori appassiti .Nelle specie rustiche in primavera si eliminano le vecchie infiorescenze poco sotto i racemi appassiti in modo da mantenere la forma.
Moltiplicazione

L’erika si moltiplica per talea ad inizio primavera o al termine dell’estate tagliando talee lunghe circa 5 cm dai rami laterali che verranno poste in vasi con della torba umida miscelata a sabbia grossolana. Con un foglio in plastica trasparente si ricopre il vaso e di pone a mezz’ombra ad una temperatura intorno ai 18-24°C. occorre mantenere il terriccio umido e controllare l’umidità della pianta

La comparsa de i primi germogli indica la radicazione delle talee. allora si deve togliere la plastica e si deve collocare il vaso dove c’è più luce.

Quando le talee si sono irrobustite, si procede al trapianto nel vaso definitivo.

La moltiplicazione può avvenire anche per divisione dei cespi in autunno.
Parassiti e malattie

L’Erika può manifestare diversi problemi, eccone alcuni:

se le foglie cadono ed i fusti appaiono fragili la pianta potrebbe avere bisogno di più acqua. Occorre quindi aumentare le annaffiature.
Se trovate delle ragnatele sulla pianta, si potrebbe avere a che fare con il ragnetto rosso, occorre quindi aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma.

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Camellia (Camelia)

La Camelia è una pianta di grande bellezza, amante del freddo e degli ambienti ben ventilati. Da coltivare preferenzialmente all’ aperto, ma può essere usata anche come pianta d’ appartamento, in particolare nelle zone dove il clima è più rigido.
Classificazione botanica
La Camelia fa parte della famiglia delle Theaceae , genere Camellia
Caratteristiche generali
La camelia è originaria da Cina e Giappone, qui, diversamente da come accade altrove, è un meraviglioso arbusto legnoso molto ramificato di un’ altezza che può superare i dieci metri con la la corteccia liscia. E’ caratterizzata da foglie sono cuoiose, lucide, con picciolo corto verde intenso, glabre, alterne ed appuntite. Il fiore della Camelia è solitario, ascellare e si forma sui rami di un anno ed è di forma e colore tra i più vari in considerazione della grande selezione genetica che nel secolo scorso è stata fatta su queste piante.
Principali specie
Esistono diverse specie appartenenti a questo genere, ma le più note sono:
CAMELLIA JAPONICA, CAMELLIA SASANQUA, CAMELLIA RETICULATA
Coltivazione
Le camelie hanno una facile coltivazione, l’importante è non sottovalutare le loro esigenze. Sono amanti dell’aria aperta e possono stare al chiuso solo per periodi brevi (quando ci sono temperature esterne inferiori ai 5 gradi).
La Camelia non va posizionata al sole diretto ma alla mezz’ombra in quanto ha bisogno di luce in abbondanza ma non sopporta il sole diretto. L’ideale è collocarla in un luogo ventilato, fresco e luminoso.
Preferisce gli ambienti freschi. In inverno, la temperatura ideale si aggira intorno agli 8 °C, senza superare i 12°C.
Terreno
Il terreno adatto per la coltivazione della camelia è acido, drenato e ricco di sostanza organica. Il rinvaso va fatto nei mesi di settembre ottobre.
Annaffiatura
La camelia durante la bella stagione va annaffiata costantemente così da mantenere il terreno umido. Anche le sue foglie vanno innaffiate due volte la settimana. Durante l’inverno il terreno va lasciato asciugare tra un’annaffiatura e l’altra. Per le annaffiatura è bene non utilizzare mai acqua calcarea. Mantenere la zolla uniformemente umida quando la pianta è senza fiori e non appena si stiano formando i boccioli.
L’ambiente attorno alla pianta deve essere mantenuto piuttosto umido .
Concimazione
La concimazione della Camelia va fatta da marzo a settembre con un concime composto da 2 parti di azoto (N), 0,8 parti di fosforo (P2O5) e 1,5 parti di potassio (K2O).
Fioritura
E’ una delle poche varietà che fiorisce in inverno, da ottobre a marzo.La pianta di camelia è piuttosto generosa nelle sue fioriture, se riteniamo lo sia decisamente troppo è opportuno diradare i fiori così da averne meno ma più grandi.
Potatura
La camelia tende a crescere in maniera disordinata compromettendo la corretta circolazione di luce e aria. Dopo la fioritura si tagliano i rami secchi o storti o poco sviluppati e si procede con una cimatura degli apici vegetativi per favorire l’accestimento della pianta.
Moltiplicazione
La Camelia può essere moltiplicata per talea, per seme, per propaggine o per margotta.
Per questo tipo di moltiplicazione si esclude la Camellia reticulata che presenta difficoltà di radicazione.Durante il periodo estivo si prelevano le talee lunghe 8-15 cm, lasciando solo 2-3 foglie apicali.La talea va sistemata in un vaso contenente torba e sabbia in parti uguali, va mantenuto il terriccio costantemente umido il vaso va collocato in un ambiente dove la temperatura sia costante intorno ai 25-30°C.
Nel giro di 3-4 mesi la talea radicherà.
Con la moltiplicazione per seme non si ha la certezza di ottenere delle piante uguali alla pianta madre.
Il seme va raccolto in autunno e la semina si fa in un substrato acido e a temperatura di circa 20°C. Dopo quattro anni la pianta inizierà a fiorire.
Si scelgono rami di due anni con diametro massimo di 1 cm ed una lunghezza compresa tra i 30-40 cmAttorno al ramo si applica un involucro di plastica con terriccio o altro materiale opportunamente inumidito che provochi l’emissione delle radici. Quando avviene l’emissione delle radici si deve tagliare la barbatella al di sotto delle radici e si rinvasa in un terreno compostp da torba e sabbia in parti uguali .
La moltiplicazione per propaggine prevede l’interramento di una parte di un ramo facendo fuoriuscire una parte verso l’alto. La parte ripiegata va interrata, dopo due anni si formano le radici e avviene il distacco dalla pianta madre.
Parassiti e malattie
Molte patologie della camelia possono derivare da sproporzioni nutrizionali.
Se le foglie sono fragili e hanno un colore molto pallido significa che la pianta ha carenza di i Azoto;
Se lo sviluppo dei fiori è lento allora siamo di fronte a troppe concimazioni azotate;
La carenza di fosforo si manifesta con la presenza di foglie piccole che si distaccano facilmente.
Se i fiori hanno poca colorazione sono indice di una carenza di Potassio.
Se la pianta ha un ingiallimento diffuso può essere non adatto il terreno
Anche l’eccesso di umidità, la poca luce, la temperatura troppo alta o troppo bassa possono provocare la caduta delle gemme e l’ imbrunimento dei petali
Tra le infezioni fungine troviamo alla Pestalozzia guepini, un fungo molto dannoso che si manifesta con maculature fogliari rotondeggianti irregolari.
La cocciniglia bruna o farinosa si può togliere con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o con antiparassitari specifici.
Tra i nemici della Camelia troviamo anche gli acari delle piante che si prevengono aumentando l’umidità intorno alla pianta.
Curiosità
La camelia proviene dalla Cina e dal Giappone, dove ne crescono moltissime varietà. Il tè verde, estratto dalle foglie di camelia, è una sostanza anticancro, 100 volte più efficace della vitamina c nel combattere i radicali liberi, causa di tumori.
Linguaggio dei fiori
Il significato attribuito a questa pianta è: BELLEZZA e SUPERIORITA’.

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Kalmia

La Kalmia è una pianta perenne ornamentale che abbellisce i giardini con le sue spettacolari fioritura estiva
Caratteristiche generali della Kalmia.
La Kalmia angustifolia è una pianta acidofila sempreverde della famiglia delle Ericacee, originario dell’America settentrionale.
La pianta si sviluppa formando densi arbusti fittamente ramificati larghi e alti anche più di tre metri. I rami delle piante giovani sono di colore verde mentre quelli degli esemplari adulti hanno una corteccia marrone – rossastra.
Le foglie alterne, opposte e allungate hanno forma ovale – lanceolata e, sono lucide e di colore verde scuro.
I fiori riuniti in densi grappoli sono tondeggianti e la corolla è composta da cinque petali lobati di colore rosa o bianco con screziature puntiformi di colore più carico.
I frutti che compaiono dopo la fioritura sono piccole capsule tondeggianti semilegnose, che a maturazione si aprono per liberare i semi.
Fioritura
La Kalmia è una pianta che fiorisce nel periodo primavera – estate regalando splendide macchie di colore con i suoi fiori bianco-rosati, rosa carico o rossi.
Coltivazione della Kalmia
Esposizione
E’ una pianta che nelle zone caratterizzate da un clima troppo caldo preferisce posizioni ombrose o semi ombrose al massimo quelle raggiunte dal sole nelle ore del primo mattino o del tardo pomeriggio. L’esposizione diretta ai raggi del sole durante le ore più calde potrebbe ustionare le foglie danneggiandole gravemente. Nelle regioni con estati miti e più fresche, la Kalmia può essere messa a dimora anche al sole diretto. Non teme il freddo invernale.
Terreno
Come tutte le piante acidofile (ortensia, rododendro, azalea, ecc.), la Kalmia preferisce terreni sciolti, ben drenati a pH acido (6,5). Il substrato migliore, soprattutto per la coltivazione in vaso, è quello ottenuto mescolando una parte di terriccio universale con 3 parti di torba, una parte di pietra pomice e una parte di stallatico.
Annaffiature
La Kalmia è una pianta che necessita di molta acqua nel periodo primaverile e durante la fioritura. Nel periodo autunno – inverno si accontenta di un minimo apporto idrico. La Kalmia allevata in vaso va annaffiata con acque non dure (il contenuto di calcare abbassa l’acidità del substrato) preferibilmente acqua distillata o acqua piovana.
Concimazione
Alla fine dell’inverno interrare alla base della pianta del concime organico ben maturo; in estate somministrare, ogni 20 giorni, del concime liquido specifico per piante da fiore opportunamente diluito nell’acqua delle annaffiature e secondo le dosi consigliate sulla confezione.
Coltivazione in vaso
E’ una pianta che si sviluppa senza problemi anche in vaso anche perchè è caratterizzata da una crescita lenta.
Il vaso adatto deve avere un diametro non inferiore ai 40 centimetri.
Il terriccio deve essere specifico per acidofile quindi a pH basso. E’ consigliabile un miscuglio composto da terriccio universale, 1 parte di torba, 1 parte di pomice o altro materiale inerte che favorisca il drenaggio dell’acqua delle annaffiature.
Le annaffiature vanno praticate senza eccessi e lasciando asciugare il terreno tra un apporto idrico e il successivo per evitare pericolosi ristagni idrici nel sottovaso.
Le concimazioni vanno fatte periodicamente per evitare innalzamento del pH del terreno e per assicurare i nutrienti indispensabile alla sua crescita.
Rinvaso
Il rinvaso della Kalmia si effettua quando le radici fuoriescono dai fori di drenaggio dell’acqua delle annaffiature, generalmente ogni 3 anni. Nel rinvasare la pianta in un contenitore più grande bisogna fare attenzione a non rompere il pane di terra che avvolge le radici e il terriccio deve esere fresco e sempre a pH acido.
Moltiplicazione
La pianta può essere propagata in primavera e per seme e per via agamica per talea semilegnosa oppure per propaggine.
Moltiplicazione per seme
La semina si effettua mettendo a germinare i semi in un terriccio specifico, soffice e ben drenato. mantenuto costantemente umido fino alla comparsa dei germogli. Quando le piantine saranno abbastanza robuste per essere maneggiate potranno essere messe a dimora definitva in piena terra o in vaso.
Propagazione per talea
Le talee semilegnose, prelevate con cesoie bene affilate e disinfettate, si mettono a radicare in un un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali, che va mantenuto in luogo fresco e umido fino a completa radicazione delle talee.
Le nuove piantine ottenute per seme e per talea vanno allevate in vaso e in un luogo protetto per almeno due anni prima di essere collocate a dimora definitiva. Le talee di Kalmia si prelevano nel mese di agosto da getti laterali dell’anno.
Propagazione per propaggine
Alla fine dell’estate tra agosto e settembre, si possono ottenere nuove piante di Kalmia con il metodo dell propaggine che consiste nell’interrare i rami più lunghi e flessibili fino a quando non emettono radici. A radicazione avvenuta si staccano dalla pianta madre e si lasciano irrobustire. prima di trapiantarli in un altro luogo.
Impianto o messa a dimora della Kalmia
La buca destinata ad accogliere la messa a dimora della Kalmia deve essere alta e profonda il doppio del vaso che la contiene. La pianta , una volta estratta dal vaso, andrà inserita nella buca con tutto il pane di terra che avvolge le radici e ricoperta con nuovo terriccio fino al colletto. Dopo l’impianto va annaffiata per bene e pacciamata con aghi di pino o abete.
Abbinamenti
La Kalmia può essere abbinata con altre piante acidofile come: Enkianthus, Leucothoe, azalea, rododendro, camelia, pieris.
Potatura
In primavera, prima della ripresa vegetativa si recidono rami danneggiati o secchi. Si accorciano quelli troppo lunghi e disordinati per dare armonia di forma alla chioma e poi si asportano man mano i fiori appassiti.
Parassiti e malattie
Le piante di kalmia sono soggette a malattie fungine o crittogame come:mal bianco o oidio, una malattia che forma sulle foglie depositi di polvere biancasrta che riduce notevolmente la fotosintesi e ne compromette la crescita; marciume radicale, che propagandosi al colletto e alla massa vegetativa ne provoca il rammollimento e la morte per asfissia; clorosi ferrica, che si manifesta con l’ingiallimento delle foglie ed è causata da un terreno a pH acido;Tra i parassiti non soffrono le cocciniglie e raramente vengono attaccate dagli afidi che generalmente si annidano tra le ascelle fogliari e rovinano i fiori soprattutto quando sono ancora in boccio.
Cure e trattamenti
In inverno proteggere i piedi della Kalmia con una leggera pacciamatura di paglia.
Contro la clorosi ferrica irrorare le foglie e il terreno con una soluzione di solfato di ferro o ferro chelato e per le irrigazioni preferire acqua piovana.
Varietà e specie di Kalmia
Esistono diverse specie di Kalmia alcune originarie delle regioni del Nord america altre provenienti Cuba.
Kalmia latifolia
Anche chiamato Alloro di montagna, é una pianta originaria del nord America, sempreverde di crescita lenta. Presenta foglie verde scuro, coriacee, brillanti e fioritura rosa chiaro nei mesi di maggio e giugno. Usato anche per scopi medicinali.
Kalmia ericoides
E’ una specie arbustiva perenne di origine cubana con steli decombenti lunghi circa 1,5 metri ricoperti da foglie ellittiche di colore verde e velenose. Nel periodo della fioritura produce fiori bianchi o rosa. Si coltiva in terreno acido e si adatta bene anche in vaso. dimora. E’ tossica per gli animali domestici e il bestiame in genere.
Usi
Le piante di Kalmia vengono impiegate in giardinaggio a scopo ornamentale.
Velenosità della pianta
La kalmia è una pianta tossica e velenosa sia per gli uomini sia per gli animali infatti è elencata nella lista delle piante velenose per cani e gatti.
Curiosità
La Kalmia è conosciuta anche con altri nomi comuni:
alloro americano
lauro di montagna.

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Pernettya

La Pernettya, pernezia, è una pianta cespugliosa sempreverde molto diffusa nei giardini d’inverno per le la bellezza delle sue bacche colorate.
Caratteristiche della Pernettya o Pernezia

La pernezia è una pianta appartenente alla famiglia delle Ericaceae originaria dell’America centro meridionale.

Si presenta come un piccolo cespuglio sempreverde dall’aspetto compatto alto mediamente 60 cm altezza. Le varietà nane invece non superano i 30 cm.

I rametti fittamente ramificati sono ricoperti da piccole foglie lanceolate appuntite di colore verde brillante con superficie lucida.

I fiori bianchi e campanulati spuntano in grappoli alla base ascellare delle foglie.

I frutti, bacche tondeggianti cerose al tatto in diverse tonalità di colore dal bianco al rosso porpora, a seconda della varietà, maturano in autunno e persistono sulla pianta fino alla primavera successiva. Le bacche sono portate solo dalle piante femminili.
Le Pernettye sono piante dioiche e per questo motivo per avere un’abbondante produzione di frutti è necessario piantare almeno un esemplare maschile vicino a quello femminile.
Fioritura

La Pernettya fiorisce copiosamente in primavera avanzata.
Coltivazione della Pernettya
Esposizione

La Pernettya ama i luoghi luminosi e soleggiati ma si sviluppa forte e rigogliosa anche in quelli parzialmente ombreggiati. Resiste anche a basse temperature e al gelo invernale. La pernettya coltivata in vaso, in estate va spostata all’aperto avendo cura di metterla in una zona più fresca.
Terreno

Predilige il terreno soffice, leggero, umido, ricco di sostanza organica, non calcareo e come l’azalea e il rododendro il terriccio adatto deve avere un pH acido. Il substrato ottimale è un miscuglio di terreno, sabbia e torba.
Annaffiature

E’ una pianta che ama il terreno umido e pertanto va annaffiata abbondantemente in estate e durante i periodi di prolungata siccità evitando però gli eccessi idrici che potrebbero predisporla all’attacco di malattie fungine.
Concimazione

Dalla ripresa vegetativa fino all’autunno inoltrato la pernezia va concimata ogni 15 giorni con fertilizzanti liquidi per piante acidofile. L’apporto dei nutrienti soprattutto potassio (K) è indispensabili per un’adeguata crescita della pianta, per la produzione dei fiori e delle bacche. In alternativa al concime liquido, ogni 40 giorni basta somministrare ai piedi della pernettya del fertilizzante granulare a lento rilascio.
Rinvaso

La pernettya va rinvasata ogni due anni in un contenitore di poco più grande del precedente, Si cambia anche il terriccio che deve essere leggero e fertile. Se il vaso è abbastanza grande è l’operazione dovesse risultare troppo laboriosa si può rimuovere solo il terriccio superficiale (circa 5 cm) e sostituirlo con altro fresco e a pH acido.
Potatura della Pernezia

In primavera si accorciano i rametti troppo lunghi per favorire l’emissione di nuovi getti e si recidono alla base quelli vecchi o danneggiati.
Moltiplicazione della Pernettya

La pianta si propaga per seme e per talea.
Moltiplicazione per seme

I piccolissimi semi di questa splendida pianta decorativa sono dotati di un’ottima capacità germinativa. I semi vanno interrati in un terriccio specifico a pochi millimetri di profondità.

Dopo circa 20- 30 giorni dal substrato spunteranno teneri germogli che vanno fatti crescere ed irrobustire prima di trasferirli in vaso. Con questa tecnica di propagazione le nuove piante di Pernezia avranno caratteristiche diverse da quella madre a causa della variabilità genetica.
Moltiplicazione per talea

Per avere piante identiche a quella madre è preferibile effettuare nel mese di settembre talee di rami.

Le talee lunghe circa 5 cm vanno messe a radicare in terriccio misto con sabbia e torba mantenuto leggermente umido fino alla comparsa delle nuove foglioline.

A radicazione avvenuta si lasciano irrobustire le nuove piantine e in primavera si procederà a trasferirle delicatamente con tutto il pane di terra che avvolge le radici in vasi singoli con terreno acido. Per 1 anno si allevano in ambiente protetto e solo dopo 2 anni potranno essere messe a dimora definitiva.
Impianto o messa a dimora

Le piante di pernettya si mettono a dimora in autunno. Le buche destinate ad accoglierle devono essere di poco più grandi del pane di terra che ricopre le radici. Per avere un’abbondante produzione di frutti è necessario piantare almeno un esemplare maschile vicino alle piante femminili. Se si vuole coltivarla con altre piante acidofile le più indicate sono la Kalmia e la Camelia.
Malattie e parassiti

La pernezia teme il marciume radicale provocato dai ristagni idrici ed il mal bianco o oidio se l’ambiente è troppo umido.
Cure e trattamenti

E’ una pianta che non necessita di cure particolari ma per evitare il marciume delle radici della pianta allevata in vaso si consiglia di svuotare il sottovaso dopo 30 minuti dall’apporto idrico.

I trattamenti vanno effettuati solo in caso di necessità utilizzando prodotti specifici.

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Pieris (Andromeda)

I pieris sono un genere che conta una decina di specie, in giardino si coltiva soltanto il Pieris japonica, specie originaria del Giappone e della Cina. Si tratta di un arbusto di media grandezza, sempreverde, molto decorativo e piacevole. Produce una pianta ampia e tondeggiante, molto ben ramificata, con rami sottili, che portano numerose foglie sempreverdi, ovali, lanceolate, leggermente coriacee e lucide. Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, all’apice dei rami, sbocciano innumerevoli piccoli fiori a campanula, di colore bianco candido, dall’aspetto leggermente ceroso. Le foglie dei germogli primaverili sono in genere di un bel colore rosso acceso.

Esistono numerosi ibridi e cultivar da giardino, con foglia variegata, con fiori rosati o anche di dimensioni molto contenute, che non superano i 30-50 cm di altezza, molto adatti per le bordure.

La coltivazione dei Pieris
Questi arbusti sono adatti ad essere coltivati in mezz’ombra, o anche all’ombra completa, purché non eccessivamente buia e profonda, possono tranquillamente venire poste in luogo parzialmente soleggiato, purché possano godere del ristoro dell’ombra nei mesi più caldi dell’anno.

Per sopravvivere necessitano di un terreno per piante acidofile, povero di calcio. Gli andromeda sono piante rustiche e resistenti, che possono essere poste a dimora in piena terra in giardino, senza temere il gelo o le intemperie; possiamo anche coltivarli in vaso, ricordando che in genere le piante in vaso necessitano di qualche cura in più rispetto alle sorelle poste in piena terra, a causa del poco spazio che possono occupare le radici, costrette nel contenitore.

I Pieris sopportano il gelo, anche molto intenso e prolungato; può capitare però che un inverno particolarmente rigido rovini i rami più esterni, costringendoci a potare le parti rovinate; in questi casi in genere per un anno perderemo la fioritura, visto che i boccioli vengono preparati dalla pianta già in autunno. Se temiamo che i boccioli possano rovinarsi, a causa del gelo molto intenso, possiamo coprire la pianta con dell’agritessuto, in modo che sia protetta dal gelo ma al contempo esposta all’acqua delle intemperie.

Amano un terreno fresco e umido, ma temono i ristagni idrici; quindi porremo a dimora il nostro arbusto in un luogo ombreggiato, e nei mesi che seguono la messa a dimora della pianta ricorderemo di annaffiare con regolarità, evitando di lasciare il terreno asciutto a lungo, ma attendendo sempre che asciughi leggermente tra un’annaffiatura e l’altra.

Gli esemplari a dimora da tempo sono abbastanza resistenti alla siccità, ma annaffiature regolari, soprattutto in estate, ci garantiscono un arbusto sano, fiorifero e rigoglioso.

A fine inverno spargiamo attorno al nostro andromeda un concime granulare a lenta cessione; se la pianta tende ad ingiallire forniamo periodicamente anche un rinverdente.

I Pieris appartengono alla famiglia delle ericacee; molte piante di questa famiglia amano i terreni acidi, poveri in calcare. Purtroppo in Italia la maggior parte dei giardini presentano un terreno ricco in calcare, e anche l’acqua degli acquedotti ha spesso un forte tenore di calcio. Questo minerale causa con i mesi l’innalzamento del ph dei terreni; quindi anche se poniamo a dimora il nostro andromeda in un terriccio specifico per piante acidofile, con il passare dei mesi, il terreno attorno alle radici accumulerà calcare, divenendo poco ospitale per la nostra pianta.

Questa problematica si risolve in genere fornendo alla pianta periodicamente un concime rinverdente, ricco in ferro in forma disponibile alla pianta.

Oppure si può ovviare a questo preparando per il pieris una ampia buca, riempita con torba e terriccio per acidofile, ed annaffiando la pianta con acqua piovana o comunque con acqua priva di calcare.

Questo tipo di trattamento ci permette di mantenere il terreno attorno alle radici dell’andromeda acido più a lungo; ma con il passare degli anni sarà comunque necessario l’espianto dell’arbusto e il ricambio del terreno attorno alla pianta.

Nelle zone con forte presenza di calcare nel terreno del giardino e nell’acqua delle annaffiature, e con terreni fortemente basici, si consiglia di coltivare i pieris in vaso, in modo da poter meglio controllare le caratteristiche del terreno di coltivazione.

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Rododendron (Rododendro)

I Rododendri appartengono al genere Rhododendron, che comprende svariate specie di arbusti, tra cui anche le cosiddette Azalee; il nome deriva dal greco, e significa albero delle rose, e ben rappresenta l’aspetto di questi arbusti, che producono splendide fioriture primaverili. Le specie, come dicevamo, sono moltissime, diffuse in Europa, Asia e nord America; in Italia troviamo poche specie endemiche, per lo più distribuite nelle zone montane, fresche e soleggiate; ricordiamo il Rododendro ferrugineo, che produce ampie macchie rosate durante l’estate nelle zone alpine. Tra tutte le specie contenute nel genere Rhododendron, quelle che comunemente vengono chiamati rododendri sono in genere le specie sempreverdi; si tratta di arbusti di varia misura, dai 30-40 cm, fino ad alcuni metri di altezza, con foglie lucide e persistenti, di un bel colore verde scuro, che producono in primavera inoltrata grandi fiori campanulati, riuniti in splendidi mazzi all’apice dei rami. In giardino coltiviamo per lo più ibridi, derivati principalmente dalle specie Asiatiche; i colori dei fiori sono generalmente nei toni del rosa, spesso con striature in tonalità contrastante; esistono però centinaia di ibridi, anche a fiori viola o rosso sangue.
Il genere rhododendron fa parte della grande famiglia delle ericacee; queste piante sono acidofile, ovvero necessitano di un terriccio specifico per poter vegetare al meglio. Quindi porremo a dimora il nostro rododendro in un terreno specifico per piante acidofile, possibilmente privo di calcio, e costituito da torba e terriccio di foglie. Per favorire uno sviluppo armonico del rododendro, ed evitare le più comuni malattie, è fondamentale che il terriccio in cui cresce rimanga acido: purtroppo annaffiature con acqua eccessivamente calcarea, e la vicinanza con terreni ricchi in calcare, spesso portano il terreno a divenire meno acido, compromettendo lo sviluppo delle nostre piante. Generalmente si ovvia a questo problema annaffiando le piante con acqua piovana, e ammendando ogni anno il terreno con torba fresca, in modo da mantenere il ph basso. Nelle zone in cui il terreno è molto calcareo è sconsigliabile coltivare i rododendri in piena terra, è preferibile posizionarli in vaso, in modo da poter sostituire periodicamente tutto il terreno in cui la pianta affonda le sue radici.
E’ facile accorgersi di quando il terreno non è più acido, perchè le piante acidofile coltivate in un terreno eccessivamente calcareo tendono a non riuscire ad assorbire il ferro disciolto nel substrato; il fogliame tende progressivamente a schiarire di colore, fino a divenire color verde mela, i fiori tendono a diminuire di numero, e la pianta assume un aspetto malaticcio, sviluppandosi a stento. Per evitare questi disturbi, riuniti tutti sotto il nome di clorosi ferrica, possiamo prima di tutto cercare di evitare che il terreno da acido divenga basico, inoltre possiamo anche periodicamente fornire del concime rinverdente, che aiuta la pianta ad assorbire dal terreno tutti i sali minerali di cui necessita.
Malattie e Avversità
ll rododendro è una pianta particolarmente soggetta a problemi che possono essere di tipo nutrizionale o causati da un attacco di funghi o di insetti. Per questo motivo è molto importante trattare ogni patologia con una propria cura specifica: nel caso in cui le foglie ingialliscano si può intervenire attraverso l’uso di fertilizzanti e concimi mirati che agiscano sulla carenza d’azoto. E’ possibile anche la comparsa di un insieme di puntini color bronzo, causati principalmente dalla presenza di acari, considerati tra i peggiori nemici della pianta e in grado di provocare un costante deperimento del rododendro. In questo caso è importante intervenire utilizzando prodotti chimici molto concentrati, reperibili solo in vivai specializzati.
Anche l’attacco della temuta muffa grigia, tipica dei periodi umidi e piovosi è molto diffusa che conferisce alla foglie un aspetto “effetto marcio” e dal colore molto scuro.
Il posizionamento in luogo ombreggiato ci permette di evitare l’esposizione alla calura estiva.

Per meglio mantenere le piante sane e rigogliose è importante annaffiarle con una buona frequenza: da marzo a settembre cercheremo di mantenere il terreno leggermente umido, evitando di inzupparlo d’acqua, ed anche di lasciarlo asciutto per periodi prolungati di tempo.

Durante il periodo vegetativo forniamo anche del concime per piante acidofile: si consiglia di utilizzare un concime a lenta cessione, da spargere ai piedi dell’arbusto una volta ogni 3-4 mesi.

Alcune specie di rododendro possono divenire molto imponenti, raggiungendo anche i 5-6 metri di altezza; in effetti però il loro sviluppo è molto lento, e possiamo facilmente contenere gli arbusti posti in posizioni anguste accorciandone i rami dopo la fioritura. Generalmente non è necessario praticare potature significative, salvo la classica potatura di pulizia dai ramo rovinati a fine inverno.

Queste piante non temono il freddo, anche se può capitare che l’esposizione al vento freddo disidrati eccessivamente il terreno e l’aria, è quindi bene posizionarli in luogo riparato dal vento.

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Skimmia

La skimmia japonica o falso pepe è un arbusto di dimensioni piccole o medie, originario del Giappone; ha fogliame di colore verde scuro, brillante, leggermente cuoioso, sempreverde, di forma ovale o lanceolata.

I fiori di questa varietà sono di colore bianco, o crema, con boccioli rossastri, sbocciano verso la fine dell’inverno, all’apice dei fusti, ma in genere i boccioli si presentano sulla pianta già in autunno.

Questi arbusti sono di facile coltivazione, e tendono a mantenere una forma compatta e tondeggiante; esistono numerose cultivar dal portamento denso e generalmente nano. Gli esemplari adulti possono raggiungere il metro di altezza, gli ibridi si mantengono al di sotto dei 50-60 cm.

Inserire una skimmia japonica nel nostro giardino è una buona idea, specialmente se viviamo in un’area con inverni non troppo rigidi e abbiamo un terreno di bosco o tendenzialmente acido. In queste condizioni la sua coltura è veramente semplice e può dare grandi soddisfazioni in ogni periodo dell’anno: a metà inverno per la bella fioritura, in estate con la produzione di bacche e in ogni periodo per le belle foglie persistenti.
Esposizione

Le piante di skimmia japonica sono facilmente coltivabili, anche se presentano una crescita piuttosto lenta. Gli arbusti di falso pepe si pongono a dimora in luogo molto luminoso, soleggiato o anche semiombreggiato, o all’ombra quasi completa. Meglio evitare che la pianta riceva i raggi del sole quando questi sono più caldi, preferendo posizionarla in un luogo in cui arrivino al mattino.

Non temono il freddo e sono molto resistenti alle intemperie. Possono sopportare anche temperature che arrivano a -15 °C.

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